martedì 12 aprile 2011

La classe dirigente italiana è scoppiata.

La classe dirigente italiana è scoppiata. 

Lo Stato è diretto da una moltitudine di figuranti politici che oramai si sovrappongono nelle menti degli italiani a starlette e talvolta mignotte, quando non personaggi da Grande Fratello. Il Parlamento è colmo di personaggi strani, perlopiù nominati dai capi partito, dal dubbio passato, talvolta criminoso. Questi individui, fanno le leggi che poi governano la vita di tutti noi italiani (per fortuna nei limiti di quel dono divino che è la Costituzione Italiana). 
Il governo è quello che è, ma non voglio perdere tempo a scriverne.
Similmente, i partiti politici sono piuttosto imputriditi, perlopiù strozzati da vecchiume e talvolta da ideologie che erano obsolete 100 anni fa. 
La Chiesa Cattolica ha perso smalto da tempo, le grandi famiglie industriali hanno in parte disinvestito dall'Italia e vecchi equilibri bancari sembrano essere messi in discussione. 

Nel frattempo, le risorse di produzione sono gestite e allocate dalla mano invisibile del mercato, ben collegata al resto del corpo degli interessi elitario-corporativi (il braccio che le unisce è un sistema di regole peraltro in Italia confuso e obsoleto). 

Che ne sarà dell'Italia? tenderei al pessimismo più cupo, se non fosse che dalle mie conversazioni con la maggior parte di italiani emerge un popolo fiero, capace ed intelligente. Sono fiducioso che noi Italiani riusciremo prima o poi a sorpassare l'attuale impasse dello sviluppo, e muoverci finalmente verso una società libera, giusta, informata, efficiente E solidale. E io dico che lo si potrebbe fare senza toccare un comma della Costituzione Repubblicana. 

Alla prossima, buona fortuna.